
Nome | Sito mineratio di Hurtières | ||
Proprietario | Comune di Saint Georges d'Hurtières, per Grand Filon, azienda municipale | ||
Tipo di materiale estratto o prodotto | Miniere di ferro, rame e piombo | ||
Anni di attività | 1334-1931 | ||
Nome del museo o del centro tematico esistente | Le Gran Filon | ||
Data di creazione | Novembre 2010 | ||
Indirizzo | La Minière, 73220 Saint-Georges d'Hurtières | ||
Responsabile | Philippe Chappuis | ||
Funzione | Responsabile del sito |

Nome | Usines d'aluminium de la vallée de Maurienne | ||
Proprietario | Comune di Saint-Michel-de-Maurienne | ||
Tipo di materiale estratto o prodotto | Alluminio | ||
Anni di attività | 1892-presente | ||
Nome del museo o del centro tematico esistente | Espace Alu | ||
Data di creazione | 2007 | ||
Indirizzo | Place de l’Église, 73140 Saint-Michel de Maurienne | ||
Responsabile | Gaëtan Mancuso | ||
Funzione | Sindaco |

Nome | Mines de La Plagne Tarentaise (site de La Plagne Macot et Montchavin) | ||
Proprietario | Comune di La Plagne Tarentaise | ||
Tipo di materiale estratto o prodotto | Miniere di Piombo argentifero | ||
Anni di attività | 1810-1973 | ||
Nome del museo o del centro tematico esistente | Maison du Patrimoine e sentieri tematici sui siti di Macot La Plagne e di Montchavin | ||
Data di creazione | dicembre 2018 | ||
Indirizzo | Espace Pierra Menta Plagne Centre | ||
Responsabile | Martoia Jérémy | ||
Funzione | Responsabile servizio patrimonio |

Nome | Miniere di Cogne | ||
Proprietario | Comune de Cogne | ||
Tipo di materiale estratto o prodotto | Magnetite | ||
Anni di attività | 1650-1979 | ||
Nome del museo o del centro tematico esistente | Museo della miniera | ||
Data di creazione | 1980 | ||
Indirizzo | Villaggio dei Minatori, 85, 11012 Cogne | ||
Responsabile | Coop. Mines de Cogne | ||
Funzione | Cooperativa di gestione |

Nome | Miniere di Saint-Marcel | ||
Proprietario | Comune di Saint-Marcel | ||
Tipo di materiale estratto o prodotto | Solfuri di ferro e rame, pietre da macina | ||
Anni di attività | 1957 | ||
Nome del museo o del centro tematico esistente | Viviminiera | ||
Data di creazione | giugno 2018 | ||
Indirizzo | Località Servette | ||
Responsabile | Miniere Turistiche di Saint-Marcel | ||
Funzione | Gestore |

La miniera di Ollomont è ubicata nei pressi del comune omonimo; i lavori minerari si svilupparono per tre secoli in tre sezioni distinte: Saint Jean posto in destra orografica del torrente Buthier, presso il villaggio di Rey, Balme, presso la frazione di Vouèce e Vaud, poco vicino nei pressi della frazione omonima; le sezioni di Balme e Vaud sono situate in sinistra orografica. Le tre sezioni sono poste in vicinanza in un intorno di circa un chilometro e la loro coltivazione avvenne pressoché in contemporanea nell’ultimo periodo di apertura della miniera. All’inizio del ‘900 fu realizzato un ribasso allo scopo di migliorare il trasporto del minerale e lo smaltimento delle acque . che da sempre invadevano la miniera; il ribasso, della non trascurabile lunghezza di circa tre chilometri parte dalla frazione Frissonia in corrispondenza dell’attuale deposito per la stagionatura delle fontine per giungere nei pressi della frazione Rey ad una profondità di circa 300 m.
La scoperta della miniera risale, secondo alcuni autori, ai primi anni del 1600; una leggenda popolare racconta infatti che sia stato un contadino a scoprire il rame mentre stava zappando il terreno scambiando per oro alcune rocce giallastre.
La miniera di Ollomont insiste su banchi di pirite e calcopirite ubicati a contatto tra prasiniti e calcescisti; più in profondità si incontrano degli strati di serpentino intercalati con granito porfiroide. Sotto il profilo occupazionale erano impiegati nei primi anni dell’800 circa 200 operai; nei primi anni del ‘900, nel momento di massimo sviluppo degli investimenti, la forza lavoro era attestata attorno alle quattrocento unità. Nel 1964 l’allora Ing. Capo dell’Ufficio minerario, a seguito di ispezioni, redisse un rapporto dal quale emerse che la miniera era completamente inattiva dal 30 aprile 1946.
I Comuni di Ollomont e Valpelline partecipano, in qualità di partner, al progetto “MIMonVE – Le miniere intorno al Mont Vélan” finanziato dal Programma di Cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Svizzera (FESR) 2014/20 al fine di rendere fruibili i siti minerari dismessi. A tale progetto partecipano anche l’Unité des Communes valdôtaines Grand-Combin, in qualità di capofila italiano, il Comune di Vollèges, in qualità di capofila svizzero, e la Struttura attività estrattive, rifiuti e tutela delle acque – Assessorato ambiente, risorse naturali e Corpo forestale – in qualità di partner.

La miniera di La Thuile è ubicata nelle vicinanze del paese omonimo e si trova ricompresa tra l’abitato, il Mont du Parc (1733 m), il Col de la Croix (2400 m), la Tete d’Arpy (2018 m) e il Monte Cormet (3024 m) e il Col Saint-Charles. L’attività estrattiva si svolse prevalentemente sul versante destro del vallone del Ruitor in una fascia che si sviluppa per circa due chilometri a partire dalla frazione di Villaret verso NNE (1485 m), nell’ambito della sezione denominata Terre Nere. Una seconda sezione della miniera, nota con il nome di Preylet, è posta tra La Thuile e il Mont Chaz-Duraz sul versante sinistro del vallone del Ruitor. Il materiale coltivato, già nella seconda metà del settecento, era antracite, un carbone fossile derivato dalla progressiva trasformazione di resti vegetali seppelliti da una coltre di sedimenti clastici. Il minerale estratto era utilizzato per fornire combustibile per la lavorazione dei metalli e per l’alimentazione dei forni da calce della Tarantasia.
Dal 1926 al 1929 venne realizzato un vasto programma industriale per lo sfruttamento dell’antracite di La Thuile. Furono costruiti nuovi impianti di trasporto del minerale, un importante impianto di lavaggio e trattamento dell’antracite, nel Comune di Morgex, e realizzata la ferrovia da Aosta a Pré-St-Didier. La Thuile divenne così in breve tempo un importante polo minerario che arrivò ad impiegare circa 1500 tra operai e minatori.
Durante gli anni della seconda guerra mondiale la produzione subì un considerevole aumento portando la produzione di carbone attorno alle 150.000 tonnellate l’anno con un picco di 200.000 tonnellate verso la fine del periodo bellico.
A partire dal 1951 l’attività cominciò a decrescere fino a ridursi a 20.000 tonnellate annue alla fine degli anni ’50. L’attività estrattiva fu arrestata nel 1965.
L’interruzione dell’attività estrattiva è dovuta dai costi di estrazione di gran lunga superiori a quelli di altri giacimenti esteri, caratterizzati da grandi lenti carbonifere regolari, nonché della qualità inferiore dell’antracite rispetto a quella estera.

Presso il Comune di Champdepraz è presente una miniera di pirite, precisamente ubicata presso la frazione Herin a circa 1600 m di quota. Sfruttata a lungo solo per rame, nel XX secolo divenne importante l’estrazione della pirite, utilizzata per produrre acido solforico.
La miniera di calcopirite di D’Herin si trova a 1608 m di quota alla sinistra del torrente Godlet nella montagna detta Tête du Filon presso il villaggio di D’Herin. La data della scoperta è assai incerta, probabilmente riconducibile alla fine del XVII secolo e la sua coltivazione, a lungo condizionata da un contenzioso esistente riguardo la proprietà dei terreni tra i Conti Challant e Perrone, fu condotta fino alla prima metà del ‘900.
Al contrario di quanto accadde presso altre miniere presenti in valle, le vicende belliche complicarono l’attività produttiva a causa della difficoltà nel reperire manodopera. Nel corso di una storia durata più di duecento anni, il giacimento di Herin ha rivestito un ruolo rilevante, contribuendo in gran parte alla produzione regionale di rame e di pirite, fino alla chiusura degli impianti. L’esercizio venne più volte interrotto e ripreso, sulla base delle fluttuazioni del mercato, delle variazioni di produttività della miniera stessa, di alterne fortune finanziarie dei concessionari e di lunghe contese legali. Nel 1948 le riserve considerate certe erano di 29.000t e furono stimate 50.000t di riserve “probabili”, al 2,5% di rame ma la coltivazione fu abbandonata definitivamente nel 1957.
Sotto il profilo occupazionale la miniera occupava alla fine del 1700 circa cinquanta addetti che lavoravano su tre turni di otto ore; alla fine del 1800 gli operai erano circa 55 suddivisi in due turni di dieci ore. Gli addetti salirono a circa 100 unità nei primi anni del novecento, tale numero andò progressivamente a ridursi fino alla chiusura della miniera.

Nome | Chamousira Brusson | ||
Proprietario | Stato italiano | ||
Tipo di materiale estratto o prodotto | Minere d'oro | ||
Anni di attività | 1900-1990 | ||
Nome del museo o del centro tematico esistente | Espace Herbet | ||
Data di creazione | 2018 | ||
Indirizzo | Loc.Diga Brusson, 11022 Brusson AO | ||
Responsabile | Gold Mine Brusson | ||
Funzione | Gestore |